Constatai subito
che esisteva fra tutti una grande solidarietà immediatamente,
si decise di occupare la fabbrica e quindi di fare uscire dai cancelli
il direttore e gli impiegati.
Durante il primo
giorno di occupazione fummo raggiunti da dirigenti del partito comunista
e di quello socialista. Mi fu comunicato dal segretario della Camera
del Lavoro, Claudio Cianca, che ero stato denunciato per aver violato
lo spazio della cementeria, tuttavia reputavo più importante
la sorte di tutti gli operai e con l'aiuto di un sacerdote riuscii
a portare all'interno della fabbrica il vescovo di Civitavecchia.
La nostra azione
ricevette molti consensi e vennero a trovarci numerose delegazioni
politiche e sindacali, anche il segretario generale della CGIL Fernando
Santi venne a tenere un discorso all'interno della fabbrica.
L'episodio più
toccante fu la visita di moltissimi operai delle cementerie Pesenti
che appena saputo della nostra situazione si presentarono con due
pulman per manifestarci il loro appoggio. Ricevemmo manifestazioni
di solidarietà anche da studenti e professori dell'Università
di Roma, tutto ciò contribuiva a mantenere alto il nostro
morale anche se effettivamente la nostra situazione non migliorava
di molto, dall'esterno ci facevano pervenire cibo in quantità
e riuscivamo quindi a sopportare meglio i disagi.
Aiutato da Cianca
riuscii a recarmi alla Camera del Lavoro di Roma per tenere un discorso.
Ero riuscito ad andare alla Capitale uscendo dalla fabbrica di nascosto
e scavalcando un muro. Per rientrare in fabbrica usai una scala
esterna costruita per l'occasione e per evitare che la polizia mi
arrestasse al mio rientro.
Dopo circa 12 giorni
di occupazione fummo avvertiti che il giorno dopo saremmo stati
oggetto di intervento da parte delle forze di polizia e cercammo
di organizzarci. Alle quattro del mattino arrivarono i carabinieri
e celerini i quali muovendosi maldestramente all'interno della fabbrica
ci svegliarono tutti.
Fui condotto alla
caserma dei carabinieri, venni però rilasciato alcune ore
più tardi e mi recai in corso Marconi dove allora risiedeva
la Camera del Lavoro.
La cittadinanza
era intervenuta contro la polizia e vi erano stati disordini in
Via Bernini.La denuncia contro di me non ebbe effetto in quanto
avrebbe dovuto coinvolgere anche il vescovo e il segretario aggiunto
della CGIL.
Il 24 febbraio il Ministro del Lavoro convocò Italcementi
e lavoratori per riprendere le trattative. Fu necessario sgomberare
la fabbrica ma ottenemmo la trasformazione da licenziamento a pensionamento
per i lavoratori più anziani ed i contributi INPS fino a
60 anni di età e le giuste liquidazioni per tutti.
La nostra azione oltre a risolvere i problemi
di quei lavoratori contribuì alla abolizione del licenziamenti
illegali.
|