La fornace di Aurelia è stata costruita nel 1915 dal sig. Olivieri.
Nei primi anni di funzionamento della fornace vi lavoravano 25 operai. Nel 1950 la fabbrica fu comprata dal sig. Gabelli che fondò la "Società GABEL" in cui lavoravano 70 operai con diverse mansioni: fuochisti, operai impegnati nella cottura di mattoni, ecc….

 
 
 

La preparazione dei mattoni avveniva mediante il seguente procedimento:

  • preparazione dell'impasto composto da pozzolana e argilla poiché questa, da sola, risultava troppo ferrosa. L'argilla si trovava nella parte posteriore della fornace, che era una zona agricola; in seguito veniva trattata, depurata e nell'ultima fase diveniva polvere finissima.
  • Trafilatura dei mattoni.
  • Cottura eseguita a 300 gradi con forno a carbone (trasportato con carrelli mediante la ferrovia di Aurelia) a forma circolare lungo 190 metri.
  • Essiccazione avveniva tramite il vapore prodotto dalla combustione della cenere.

 
   
Piazzale   Laghetto   Veduta lato sud
Si sfornavano giornalmente dagli otto ai diecimila pezzi di mattoni che venivano trasportati nel piazzale dove venivano caricati e distribuiti in tutta Italia, soprattutto a Roma e a Civitavecchia.
Il periodo che va dal 1953 al 1963 viene definito " l'epoca del mattone facile", un esempio di ciò fu, durante gli anni '60, in piena epoca di boom economico, la costruzione del Villaggio Olimpico del Flaminio in occasione delle Olimpiadi di Roma.
Il complesso fu realizzato integralmente con i materiali edilizi provenienti da Civitavecchia.
In seguito alla grande richiesta di materiale il ciclo del forno alimentato dal carbone non venne mai interrotto: 16 operai, a turno, vi lavoravano 24 h su 24h..
Questi operai non erano assicurati e non godevano di nessuna garanzia sindacale. Risiedevano presso la vicina località "La Scaglia" e provenivano in gran parte dalle Marche e dall'Umbria. Gli uffici amministrativi, ancora oggi visibili, si trovano nel casale di fronte alla fabbrica.
 
   
Entrata   Esterna Via Aurelia   Esterna Via Aurelia

Negli anni 1963-1964 gli operai richiesero un intervento delle forze sindacali a causa della politica gestionale adottata dai proprietari e dagli amministratori: questi infatti, aumentarono inspiegabilmente il prezzo del prodotto finito.
Ciò provocò un crollo delle vendite con il relativo licenziamento di tutti gli operai; di conseguenza, nel 1965, trenta famiglie si trovarono sul lastrico. In seguito, dal 1968 al 1995 la fabbrica è stata concessa in affitto alla società "Nenna" che l'ha utilizzata come deposito.
Attualmente la fabbrica versa in uno stato di grave degrado e abbandono. Le strutture, in parte ancora visibili, sono pericolanti.
Si entra, guidati dal custode Sig. Mariotti, in un'area della fabbrica al cui centro vi è un enorme piazzale. °In posizione frontale rispetto all'entrata si nota quello che è rimasto dell'essiccatoio contenente ancora dei vecchi mattoni lasciati lì dall'epoca in cui la fabbrica è stata abbandonata. A destra si può notare un casale a due piani: al piano terra si trovano gli uffici dell'amministratore e al piano superiore la casa del custode.
A sinistra si notano altri ruderi ormai inutilizzati. Nella parte posteriore della fabbrica è presente una cava ricca d'argilla da dove estraevano questo materiale per l'impasto.