Era una città fatta di mattoni rossi, o meglio di mattoni che sarebbero stati rossi se il fumo e la cenere lo avessero permesso; ma per come stavano le cose, era una città innaturalmente rossa e nera, come il volto dipinto di un selvaggio.

Era una città di macchinari e lunghe ciminiere, dalle quali strisciavano perennemente interminabili serpenti di fumo che non si srotolavano mai.

C'era un canale nero e un fiume che scorreva, arrossato di tinture maleodoranti, e c'erano enormi blocchi di costruzioni piene di finestre in cui si sentiva tutto il giorno un tintinnio tremolante e in cui il pistone della macchina a vapore andava su e giù con monotonia, come la testa d'un elefante colto da pazzia malinconica.

Fabbrica inglese - stampa di inizio 800

La città aveva molte grandi strade tutte uguali l'una all'altra, e molte piccole strade ancora più uguali l'una all'altra, abitate da persone tutte uguali l'una all'altra che uscivano ed entravano tutte alla stessa ora, facendo lo stesso rumore sugli stessi marciapiedi, che avevano tutte lo stesso lavoro e per le quali ogni giorno era uguale al giorno precedente e a quello futuro, e ogni anno era la copia dell'anno passato e di quello ancora di là da venire.